Languishing e flourishing: tristezza e felicità.

Che cos’è il languishing e come possiamo sostituirlo con il flourishing?

Anche quest’anno si parla di languishing e flourishing. Non è il titolo di una canzone rap o di un nuovo cibo esotico. Sono invece due stati emotivi, l’uno l’opposto dell’altro. Il primo è stato definito come l’emozione del 2021, che tuttavia continua a farsi sentire anche nel 2022. Il flourishing invece è lo stato d’animo a tutti cui vorremo tornare. Ma di che cosa stiamo parlando esattamente?

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Etimologia dei due termini e legame con il covid-19

Il termine languishing deriva dal verbo inglese to languish, in italiano “languire”, “statico” o “stare fermi” ed è stato coniato dal sociologo Corey Keyes nel 2002. Al contrario flourishing (dall’inglese to flourish) ha il significato di “fiorente”, “prospero” e “rigoglioso”. I due concetti sono stati ripresi nel 2021, in associazione con la pandemia da covid-19.

La loro storia: cos’è il languishing?

Sul New York Times il psicologo Adam Grant ha definito il languishing come quella sensazione che ci trasciniamo dal lockdown. Infatti durante la fase di chiusura delle scuole, dei luoghi di svago e di molte attività lavorative ci sembrava di essere in pausa. Il futuro è apparso incerto ed era difficile avere dei progetti, perché non si sapeva quando e come si potevano realizzare. Questa situazione non ci rendeva felici, ma allo stesso tempo neanche tristi.

Il languishing è proprio questo: una forma di apatia sociale e relazionale. Nello specifico facciamo fatica ad appassionarci a qualcosa, abbiamo poca energia e concentrazione. Perdiamo interesse anche per amici e parenti e ci chiudiamo in noi stessi. Infine scivoliamo nella solitudine e per passare il tempo costruiamo dei rituali, che ripetiamo giorno dopo giorno senza alcuna emozione, quasi come dei robot.

E il flourishing?

Nello stesso articolo Adam Grant ha introdotto anche il concetto di flourishing, ripreso in seguito dalla giornalista Dani Blum. É quella condizione a cui speriamo di tornare e per dirla come il cantante Caparezza che ci farebbe uscire dal tunnel. Al riguardo ci sono state molte ricerche, in cui sono stati delineati i suoi punti principali:

  • al mattino, quando ci alziamo ci sentiamo pronti per affrontare una nuova giornata con grinta e determinazione;
  • abbiamo degli obiettivi e sappiamo di poterli raggiungere;
  • siamo soddisfatti di noi stessi e dei nostri successi;
  • guardiamo al futuro in maniera positiva;
  • notiamo e apprezziamo le cose belle che ci circondano.
Ma come possiamo riconoscere il nostro stato d’animo?
Un volto triste e uno felice.
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Dobbiamo analizzarci con distacco e porci le giuste domande: abbiamo dei progetti e ci impegniamo per rispettarli? Siamo soddisfatti di quello che facciamo e di quello che abbiamo? Coltiviamo le nostre amicizie? Di tanto in tanto facciamo qualcosa di diverso ed emozionante? Oppure le nostre giornate trascorrono sempre uguali, poltriamo sul divano e non ci interessa nulla del mondo che ci circonda? Secondo Laurie Santos, professoressa di psicologia a Yale, il chiedersi è uno strumento diagnostico molto efficace. Per questo motivo potremmo cercare anche dei test online, che ci diranno in definitiva se stiamo vivendo uno stato di languishing o di flourishing. In questo modo possiamo riflettere sulla nostra vita e se necessario apportare dei cambiamenti positivi.

Come possiamo costruire il nostro benessere?

In suo articolo Dani Blum ha dato alcuni consigli molto utili, per trascorrere una vita in cui ci siano serenità e benessere, (nonostante le varie difficoltà). Sono degli ottimi spunti per non cadere nel languishing e stimolare il suo opposto: il flourishing. Ma quali sono?

  • Diventiamo per un momento degli scenografi. Con cellullare alla mano ricostruiamo quei momenti della giornata che ci hanno divertito e in seguito scattiamo una fotografia, (almeno 5)!
  • Trascorriamo una giornata con il nostro migliore amico, magari mangiando una pizza, facendo shopping o semplicemente chiacchierando davanti a una bella tazza di caffè.
  • Facciamo semplici attività, come un bagno rilassante con candele e petali di rosa o una passeggiata piacevole.
  • Ogni settimana ricordiamo un momento che ci ha dato serenità e proviamone gratitudine, come ad esempio per la cena domenicale.
  • Troviamo uno scopo nella nostra routine, come lavorare su una nuova abilità.
  • Facciamo buone azioni, come donare il sangue o aiutare un amico in difficoltà. Le azioni di volontariato crescono l’autostima e la felicità.
  • Socializziamo: parliamo con le persone che ci circondano quando ad esempio aspettiamo la metropolitana o siamo al ristorante. Alcuni studi hanno dimostrato che una breve conversazione con uno sconosciuto può generare un senso di appagamento.
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Infine i nostri consigli:
  • Consolidiamo le nostre amicizie o la nostra relazione amorosa iniziando un nuovo corso sulle attività che più ci piacciono.
  • Facciamo attività fisica, potrebbe essere un corso di yoga o semplicemente una corsa nel parco.
  • Diamo sfogo alle nostre emozioni: ascoltiamo musica, cantiamo e balliamo. Non per forza in pubblico o in discoteca, possiamo farlo anche nella nostra stanza, in compagnia o da soli.
  • Andiamo alla ricerca di nuovi luoghi, dove poter fare escursioni, assaggiare le specialità della zona o conoscere nuove tradizioni.

Fonte copertina: picjumbo, photo by Viktor Hanacek.