Dal muro di Berlino a Berliner Mauerweg: nuovo ponte di comunicazione e unione

Dal muro di Berlino a Berliner Mauerweg: nuovo ponte di comunicazione e unione

Tutto quello che resta del Muro di Berlino

Al suo posto la vita e l’unione: Berliner Mauerweg la pista ciclabile che unisce l’utile al dilettevole

La storia non si cancella, non si può stendere della patina sopra per dissimularla. Dagli angoli colerebbe la polvere, qualche pietrina, qualche sasso che cadendo uno sull’altro potrebbero innalzare un ulteriore muro. La storia è un libro da sfogliare per apprendere quanto successo, per non commettere gli stessi errori, per celebrare le grandi vittorie del passato.

Una barriera che tagliava in due una città

Era il 1961. Il governo comunista innalzò un muro per separare Berlino Est da Berlino Ovest. L’obiettivo era “impedire la fuga in Occidente di quanti erano contrari al regime dittatoriale”, (A. Lepre, C. Pretraccone, La storia) tenere l’occidente fuori la porta della propria abitazione. Una barriera che tagliava in due la città, dividendo linee tranviarie, ferroviarie, famiglie un tempo unite.

Cosa resta oggi del muro di Berlino? Berlinguer Mauerweg, la pista ciclabile costruita sull'antica separazione, consente di apprendere quello che è stato!
Una donna sul confine del settore Francese di Berlino, nel 1961, è salita su una sedia per poter guardare la parte della città al di là del muro“. Fonte e fotografia: A. Lepre, C. Pretraccone, La storia.

Ed era sempre il 9 novembre 1989 quando una moltitudine di persone si recò presso il muro per abbatterlo definitivamente. Dietro ogni granello caduto nuovi scenari: libertà, migliori condizioni di vita, riunificazione della Germania e di quanti, pur appartenendo alla medesima famiglia, erano stati separati. Era appunto il 9 Novembre, Wind of Change” come cantano gli Scorpions:

Did you ever think
That we could be so close, like brothers
The future’s in the air
I can feel it everywhere
Fra tutte queste macerie cosa sopravvive oggi?

Ad oggi una pista ciclabile riproduce i tratti precisi di quella divisione. Si tratta della Berliner Mauerweg costruita dal 2002 al 2006. Un percorso che attraversa la natura, senza emarginare, dando la possibilità di guardare cosa ci sia dall’altro lato della strada. Nessun muro di 3,6 metri di altezza ostacola la vista, nessuna sedia occorre per guardare il “vicino di casa”. La pista, lunga 160 kilometri, è intervallata da 40 stazioni, raggruppate in 14 tratte. Il punto di partenza e arrivo di ogni stazione è raggiungibile tramite i mezzi pubblici, in cui si possono trasportare le proprie biciclette.

Cosa si può conoscere?

Pedalata dopo pedalata, con l’odore dei fiori, il canto di qualche uccellino, sono visibili le tracce di quello che fu il Muro di Berlino. A seguire centri di informazione su tutti i motivi che spinsero il governo comunista a dividere in due una città, sulla costruzione della barriera e sulla sua definita demolizione. Promotori sono musei, monumenti celebrativi (quali il Muro che affonda) pannelli illustrativi con fotografie e testi, gallerie d’arte. Inoltre domina la natura con il suo simbolismo: “le verdi terre, le discese ardite e le risalite” per ricordare il giubilo per l’unità ritrovata.

Tra le tante aree paesaggistiche allieta il cuore un parco di ciliegi giapponesi, edificato sull’ex passaggio di confine Sonnenallee. Il ciliegio, Sakura in Giapponese, è venerato per la simbologia che nasconde. La sua fioritura rapida ricorda lo stato effimero delle cose e della vita stessa. Tuttavia nascono prima degli altri fiori, con una bellezza e forza inaudita. Ricorda la nostra stessa vita, che per quanto possa essere breve, deve essere memorabile. Un percorso, dunque, che anche con un semplice fiore insegna tanto, intervallato da tante emozioni.

Come il guerriero è un uomo tra gli uomini, il fiore del ciliegio è un fiore tra i fiori”
(Proverbio giapponese)
“..Tu chiamale se vuoi emozioni

Emozionante è sicuramente la sezione dedicata alla memoria di Marianetta Jirkowsky. La giovane donna, alla sola età di 18 anni, tentò la fuga insieme al suo fidanzato, nel tentativo di oltrepassare il confine. Tentativo culminato nel sangue. La sua vita cessa per mano dei soldati stanziati al confine: 27 colpi. Non è l’unico caso. Si contarono più di duecento mila vittime, tra le quali anche bambini e donne anziane.

Oggi si ricordano insieme le vittime, tramite una pista e una bicicletta

Un mezzo di trasporto come la bicicletta, meno inquinante rispetto l’automobile, resa celebre da Massimo Troisi nel Postino, consente oggi l’unione. Sul suo sellino uomini provenienti da diverse nazioni e in particolare da Berlino Est e Berlino Ovest, vivono una esperienza unica. Un’esperienza che con l’ausilio dell’arte, di lingue diverse, dei libri di storia, di simbolismi, permette di conoscere quanto ci siamo lasciati alle spalle. Ricordando che

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”.

Primo Levi