Riciclo e Intelligenza artificiale, quanto pesa l’impronta ecologica dell’uomo sul futuro?

Fabrizio, ingegnere e co-founder di Re Learn, presenta il suo progetto NANDO, il cestino capace di differenziare i nostri rifiuti usando l’intelligenza artificiale  

Foto dal Web-Agenda 2030

L’Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile 

La Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente umano, tenutasi a Stoccolma nel 1972, è il primo importante appuntamento a tradurre in un documento, sottoscritto a livello internazionale, principi e propositi in questo ambito. Passando per altre tappe fondamentali come il Summit della Terra del 1992, meglio conosciuto come Conferenza di Rio, si giunge nel 2015 alla redazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, più conosciuti come Agenda 2030.  

Oltre le specifiche criticità, come l’alto numero e la complessità dei target per un arco di tempo considerato troppo breve, l’Agenda 2030 continua a porci di fronte a una serie di interrogativi che avevano già attraversato i decenni precedenti. 

 Dal piano azione comune si pone l’accento su un nuovo modello di business collaborativo:  

Vi esortiamo, in qualità di leader del settore, a indagare su nuovi modelli di business al di fuori dei meccanismi di mercato attuali, per guidare il cambiamento, implementare l’innovazione e sfruttare le opportunità di business collaborativo.

Questo non è solo essenziale per rendere la vostra attività a prova di futuro, ma è anche fondamentale per l’umanità, che possa operare entro i confini planetari e soddisfare le esigenze delle generazioni future. 

The Green Solution 

Fabrizio, giovane co-founder dell’azienda Re Learn, ha dato forma insieme al suo team, a un piano azione, che metta in prima linea il problema legato allo smaltimento dei rifiuti:  

vogliamo trasformare i rifiuti in una risorsa per le generazioni future” e poi aggiunge “Come? Usando la tecnologia: vogliamo guidare la transizione verso un futuro green“.

Il giovane e intraprendente ingegnere sottolinea l’innovazione del metodo NANDO

“Con l’utilizzo di Nando, puntiamo ad ottimizzare la filiera di gestione dei rifiuti. Quest’ultimi infatti essendo già differenziati e con un tasso di contaminazione pressoché nullo, non necessitano di numerose operazioni di trattamento, quindi avremo meno costi e abbattimento delle emissioni di CO2”  

Sarà quindi possibile creare nuova materia prima, direttamente dai rifiuti, economicamente sostenibile.

Case-history NANDO: quando i rifiuti diventano risorse 

NANDO è un cestino intelligente che grazie ad un sistema robotico e all’intelligenza artificiale, riesce a smistare i rifiuti inseriti al suo interno. L’ AI, acronimo di artificial intelligence, riconosce la tipologia del rifiuto mentre la robotica lo posiziona nel corretto contenitore.  

NANDO nasce da un problema che non sembra presentare soluzioni: la raccolta differenziata, anche se praticata da molti, non è sufficiente. Nel mondo la produzione dei rifiuti è in continuo aumento, correlata all’inarrestabile crescita demografica. L’attuale filiera di gestione e smaltimento è ormai obsoleta e scarsamente produttiva.  

La sua incapacità si traduce in costi sempre maggiori e in un crescente inquinamento (emissioni di CO2 proveniente dai rifiuti inceneriti o disposti in discarica). 

Quali sono le Performances di NANDO? 

Alto 1400 mm e con un diametro di 830 mm, il cestino intelligente presenta 4 cestini di scarico. La capienza di ogni singolo cestino di scarico ha una capacità di 40 L, per una capienza totale di 160 L degli stessi. Ma la peculiarità di Nando risiede nel numero di ingresso rifiuti, che oltre ad essere unico, riesce a contenere qualsiasi rifiuto, fino alle dimensioni di 200 mm, iscrivibili in un cilindro di 250 mm di altezza.   

Foto presa dal progetto Nando, il cestino intelligente. Per approfondimenti consultare la pagina ufficiale https://www.re-learn.eu/

Perché la raccolta differenziata non viene eseguita?

Basta gettare un’occhiata all’interno di un aeroporto o di una stazione, per rendersi conto che quasi mai la raccolta differenziata viene eseguita.  

I motivi, facilmente riscontrabili nel vivere quotidiano, sono diversi: in presenza dei cestini differenziati, spesso a causa di problemi logistici o semplicemente davanti alla maleducazione dell’uomo, i lotti presentano un tasso di contaminazione così elevato da rendere i rifiuti non riciclabili. Ma è anche frequente che in moltissime aree urbane, i cestini differenziati manchino o non siano facilmente raggiungibili

I cestini della raccolta differenziata
Foto dal Web
La raccolta differenziata

Come reagiscono le aziende: il Greenwashing e il nuovo decreto legge del 2020 

Il Greenwashing indica la strategia di comunicazione di alcune aziende, organizzazioni o istituzioni politiche volte a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva in termini di impatto ambientale, per distogliere l’attenzione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente dovuti alle sue attività o ai suoi prodotti. 

A questa nuova fase di progettazione che sviluppa un’economia circolare, Fabrizio sottolinea che collaborazione e complicitàsaranno i criteri necessari da adottare all’interno del nuovo progetto NANDO, tra le aziende ed il nuovo impegno economico. 

Secondo il nuovo D.Lgs n. 116 del 2020, che organizza la gestione dei rifiuti, le aziende potranno essere compliant con la nuova direttiva di legge: 

Viene confermato che maggiore è la quantità di rifiuti che le aziende ricicleranno, minore sarà il contributo che esse dovranno pagare in termini di TARI.  

Fabrizio si collega in questo modo a NANDO, sottolineando il vantaggio economico della gestione dei rifiuti che presenta il suo nuovo progetto:

“la riduzione della Tari andrà effettuata nella sua componente variabile, sottoponibile ad eventuali modifiche di costo”.  

L’auspicio per il futuro 

Sembrerebbe che oggi l’essere umano abbia finalmente iniziato a prendere coscienza del fatto che urge trovare una sintesi all’antica dialettica tra sviluppo e risorse. La nozione di “sviluppo sostenibile” pare oggi costituire un’importante indicazione di percorso e, nel contempo, uno stimolo alla riflessione, capace di infondere nuova vitalità al dibattito sul delicato rapporto tra l’uomo e la natura. 

L’auspicio per il futuro è che l’essere umano abbia imparato la lezione del coccodrillo e che non giunga mai, come nel celebre proverbio, a versare inutili lacrime solo dopo avere compiuto l’irreparabile. 

“ We can’t expect things to change, if we continue doing the same things” 
A.Einstein