famiglia che legge un libro

Famiglia che legge un libro (grennme.it)

Jólabókaflód non è Natale senza un libro

Scopriamo l’usanza islandese di regalare libri a Natale, trasformatasi nel tempo in una vera e propria tradizione culturale

Ormai ci siamo, il giorno più magico e atteso dell’anno sta arrivando!

Avete spuntato tutte le voci della vostra lista? Scommetto che qualcosina l’avete dimenticata, il regalo a zia Carmela per esempio.

Non temete nulla è perduto, anche perché com’è che si diceva…basta il pensiero!

E se anche quello vi è mancato, in quest’anno un po’ particolare, ecco che corre in vostro soccorso il popolo islandese.

Come?

Con la Jólabókaflód la tradizionale usanza islandese di regalare libri a Natale da leggere con una buona tazza di cioccolata calda o una birra analcolica natalizia.

Immagine di libro con bevanda calda
Libro rosso e bevanda calda (dal web)

La Jólabókaflód, letteralmente “valanga di libri”, esiste da oltre mezzo secolo in Islanda, da quando nel 1944, durante la Seconda guerra mondiale, l’isola conquista l’indipendenza dalla Danimarca.

Sono anni di ristrettezza economica dove le importazioni sono care e ridotte al minimo tanto da non permettere agli islandesi di avere oggetti da donare durante le festività. Non resta che la carta che non subendo gravi rincari ben si presta ad essere sfruttata al massimo.

Così da quel 1944 ogni anno tra settembre e novembre ha inizio la stagione di pubblicazione di nuovi libri, al termine della quale la Iceland Publishers Association, raccoglie in un catalogo che verrà poi inviato a tutte le famiglie, durante la Fiera del Libro di Reykjavik, dal quale sarà possibile ordinare i libri da regalare a Natale.

Regalare e leggere libri a Natale ben presto è diventata più di una classica “corsa ai regali”, ma è entrata a far parte della cultura islandese come usanza intrinseca.

L’Islanda: l’isola dei libri

329 mila abitanti che leggono, scrivono, pubblicano e regalano libri rigorosamente in formato cartaceo.

Si stima che ogni mille abitanti vengano pubblicati cinque libri, una vera e propria passione che ha fatto guadagnare a Reykjavik il titolo di Città della Lettura, assegnato nel 2011 dall’Unesco.

Quella della vendita dei libri designa un fenomeno culturale con una tendenza che cresce anno per anno.

Il 2019, per esempio, è stato un anno particolare per il settore che ha registrato un notevole incremento nei vari generi:

  • Libri per bambini 47%
  • Romanzi 21%
  • Libri di poesia 51%

C’è poi da considerare il trend delle traduzioni in altre lingue che già negli ultimi dieci anni è arrivato a triplicarsi.

Se la Jólabókaflód è una tradizione che vi ha incuriosito sono sicura che questa che sto per raccontarvi vi lascerà a bocca aperta.

Siamo sempre in Islanda e parliamo sempre di libri e di una strana usanza che si è inventata la Tunglið, una casa editrice del luogo fondata dallo scrittore Dagur Hjartarson e dall’artista Ragnar Helgi Ólafsson.

La Tunglið che tradotto significa “luna” ha ideato un progetto unico nel suo genere che trova al tempo stesso pareri discordanti pareri e positivi, che vede il classico processo di stampa dei libri soggetto alle fasi lunari

Si avete capito bene i due soci in affari hanno scelto di stampare libri secondo un calendario lunare, più precisamente nelle notti di luna piena e nella cifra di sessantanove volumi alla volta.

Ma non è finita qui… i volumi stampati in queste “notti speciali” devono essere acquistati in quella stessa notte altrimenti le copie invendute saranno bruciate dagli stessi editori della Tunglið.

Immagine di Libro in fiamme (dal web)

Vi vedo storcere il naso all’idea di un falò di libri, sembra di essere tornati indietro al tempo del regime nazista dove si bruciavano i libri che non promuovevano quell’ideologia.

Ma no i nazisti non c’entrano nulla, si tratta bensì di “atto poetico”, come lo definiscono i due soci fondatori, un atto che vuole dare ai libri un valore simbolico oltre a quello commerciale. Avere la possibilità di poter comprare quel volume in quella sola notte dona al libro e al suo scrittore una sorta di momento di “gloria” perduta.

Alla fine, le copie invendute vengono bruciate con del cognac francese in un atto performativo che diventa momento di incontro e di condivisione tra i presenti.

Per molti questa scelta stravagante è stata ideata col solo scopo di raggiungere una maggiore pubblicità, essendo il mercato editoriale islandese pieno di case editrici che si fanno concorrenza.

Non possiamo sapere quale siano state le vere intenzioni che hanno spinto gli editori verso questo bizzarro progetto, possiamo però dirvi che in molte occasioni lo spettro di un falò ha fatto si che venissero vendute tutte e sessantanove le copie in una sola notte, evitando così il barbaro finale.