Napoli, Porta Capuana

Napoli, Porta Capuana

Chi è quella “serpe” che si nasconde a Porta Capuana?

Tutti i “vichi e vicarielli” di Napoli tramandano una storia. Qual è quella di Vico della Serpe?

Cosa fareste se un giorno una velenosa serpe o un enorme drago bloccasse il passaggio in un punto strategico della vostra città? Immaginate che sia Porta Capuana, antico ingresso della città di Napoli, impedendovi di uscire dal comune. Inoltre negherebbe l’ingresso a chiunque, isolando del tutto la storica patria partenopea. Ma procediamo con ordine, di cosa stiamo parlando?

Cartolina di Porta Capuana
(Foto dal web)
Lo zodiaco visto con gli occhi di Serafino Montorio

Serafino Montorio -in Zodiaco di Maria ovvero le dodici provincie del regno di Napoli– ci narra di una suggestiva leggenda. Correva l’anno 832. Porta Capuana aprì le sue porte ad un essere maligno: “un vorace e mostruoso serpente”. (S. Montorio). (Identificato in seguito anche come “orribile dragone”). Ogni parte del suo corpo era fatale: il suo alito pestifero, i denti con i quali dilaniava sia uomini che animali e gli occhi, con i suoi occhi immobilizzava le ignare prede. Ma come Medusa, figura leggendaria divisa tra sensualità e repulsione, fu sconfitta da Perseo, anche quella serpe assetata di sangue trovò il suo aguzzino.

Ma si susseguirono prima momenti di terrore e solitudine. La fonte narra di quel luogo, detto allora Corneliano, come animato e popolato da tante persone. Nelle vicinanze c’erano alcune terme e ginnasi costruiti dagli antichi greci. Una sede in cui si respirava vita e storia, forse per questo motivo divenne il nido della creatura famelica. La sua presenza valse a cambiare le abitudini dei napoletani: nessuno si recava più nei pressi di Porta Capuana.  

Il nobile Gismondo in difesa della città di Napoli

Tuttavia come ogni leggenda che si rispetti, intervenne un eroe in difesa del bene. Il suo nome è Gismondo. Intenzionato a forzare la serratura di Porta Capuana e ridare splendore alla città di Napoli, decise di affrontare il nemico. Dunque senza timore attraversò quei luoghi, senza imbattersi in alcun ruggito. Cosa accadde? La sera l’arcano fu svelato. In sonno del nobile Gismondo si recò la Vergine Maria: aveva sconfitto il drago. Tuttavia per salvare i napoletani dal male che li avvolgeva, Gismondo doveva fondare una chiesa in suo onore: Santa Maria dell’Agnone.

Il lemma Agnone o Anguone deriva dal latino Anguis: traducibile come Serpe, Serpente o anche Dragone. Infatti la chiesa fu edificata nel luogo ove spirò per l’ultima volta il brutale mostro. In seguito quella strada nei pressi di Porta Capuana prese il nome di “Vico della Serpe” in testimonianza del trionfo del bene.

Col tempo quel luogo, da pestifero e solitario che era, riprese le glorie del passato, senza mai dimenticare la sua benefattrice. All’interno della chiesa Gismondo “vi fece […] dipingere nel muro la Sagra Immagine di Maria alla Greca”. (S. Montorio). Inoltre, vicino la struttura venne fondato un monastero “di Verginelle scelte da due Nazioni, Greca e, Longobarda, sotto la regola di S. Basilio”. (S. Montorio). Queste imprese furono incastonate ed immortalate in un marmo bianco, trascritte in versi latini “a lato della nuova Chiesa di S. Gaudioso”:

Anguis erat veteri quondam stabulaudo palude 
Inficies homines, pasqua, et omne pecus:
Ibat forte die Saturni nobilis illac
Ara Gismundus limina Sacra Petri;
Hujus auxilio Sancti confasus, et almae
Christiparae illaesus transiit ille pius:
Nocle sequente illam recubans per somnia vidit
Natum complectentem dulciter usque suum;
Dimidiam pedibos Lunam quac visa tenere,
Ex Sancto tales ededit ore sonos.
Mortuus est Anguis, non pestifer amplius exat;
Construito Templum nomine rite meo.
Vir pius exequitur jussum, loca condidit, atque
Virginibus Sacris stare parata facit.
Queis fait appositus titulus sic; Sancta Maria
Anguonis, caeso sumptus ab Angue truci.
Serafino Montorio, Zodiaco di Maria ovvero le dodici provincie del regno di Napoli.
Gli anni turbolenti della chiesa di Santa Maria dell’Agnone

Tuttavia il male non si arrende mai del tutto e sferra il suo ultimo attacco nel 1943. Erano gli anni tristi e dolorosi della seconda guerra mondiale, in cui i bombardamenti non risparmiarono quest’importante luogo di culto. La chiesa rimase nel dimenticatoio per molto tempo, ma non per sempre. Infatti oggi il complesso è occupato dalla CISA (centro Interdipartimentale di Servizi di archeologia).

Quindi immaginate adesso di trovarvi a ridosso di Porta Capuana. Ad attendervi non vi sarà più alcuna serpe o drago, ma un importante centro di ricerca fondato nel 1992, presso l’Orientale, (l’università degli studi di Napoli). Che oggi, come un tempo le terme degli antichi greci, funge da polo magnetico. Il tutto sotto l’ala protettiva della Vergine Maria, la cui impresa resterà sempre immortalata dalla denominazione topografica in Vico della Serpe.