La compagnia teatrale “Le Maschere del Vesuvio” (foto dal web)

A Napoli il teatro non è morto (grazie ai giovani)

L’Associazione “Le Maschere del Vesuvio” mantiene viva la tradizione partenopea.

Il direttore d’orchestra Riccardo Muti, in una recente intervista, ha evidenziato la necessità di affidare i teatri ai giovani per evitare che le strutture che accolgono i vari palcoscenici diventino fatiscenti ma, soprattutto, per far sì che essi continuino a diffondere l’italianità. L’Italia, afferma, ha perso la sua vocazione poetica, teatrale e lirica ed è solo grazie alle nuove generazioni che il paese può ritrovarla.

Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno, ha riportato un messaggio simile, ricordandoci come l’Italia, all’estero, sia sinonimo di genio e di creatività, invitandoci a non perdere l’enorme potenziale in nostro possesso.

Ed è soprattutto a Napoli (non a caso, la città del nostro caro maestro Riccardo Muti) che la tradizione teatrale continua ancora a pulsare forte. Essa resta sempre attualissima – non solo per il semplice motivo che è imprescindibile dalla cultura del capoluogo campano – ma, anche perché dal teatro partenopeo, si possono ancora oggi, trarre messaggi subliminali e lezioni di vita. Potremmo citare numerosi autori, registi ed attori famosissimi ma, probabilmente, il teatro napoletano nel mondo resta famoso per un volto in particolare, quello di Eduardo De Filippo. Insieme a quella di Totò, l’espressione di Eduardo, segnata dalle rughe e dal suo mesto sorriso, continua a rappresentare il marchio di fabbrica delle produzioni teatrali napoletane.

La sua opera del 1946 “Filumena Marturano” è quella che ha trovato il maggior plauso di critica e pubblico a livello internazionale: tradotta in inglese e portata a Londra nel 1977 da Franco Zeffirelli, nel 1979 a Broadway e, successivamente, in Messico, Brasile, Cina e Giappone. Tante sono state anche le trasposizioni cinematografiche come quella del 1951 e quella di “Matrimonio all’Italiana” del 1964 (diretto da Vittorio de Sica con protagonisti Marcello Mastroianni e Sophia Loren), ma anche quelle televisive.

Ed è proprio “Filumena Marturano” l’ultimo spettacolo portato in scena dalla compagnia teatrale “Le Maschere del Vesuvio”.

Nata nel 9 settembre 2016 da un’idea di Francesco J. Sorrentino, Marco Rega, Giovanni Palumbo e Raimondo Franzoni, l’associazione “Le Maschere del Vesuvio” ha come mission quella di mettere in contatto gli amanti del teatro e di far conoscere questo mondo meraviglioso ad un vasto pubblico. L’associazione lavora non solo nel teatro e per il teatro ma anche nella ripresa di diversi cortometraggi, non a caso “cinema e teatro” è il sottotitolo del logo ufficiale dell’associazione. Infatti, tra i loro primissimi lavori, ritroviamo i cortometraggi “Neve(R)dose” e “Un’attesa”.

I nostri giovani soci fondatori, insieme ad altri compagni di viaggio, debuttano nel 2016 con “Sik Sik, l’artefice magico”, commedia in atto unico nel 1929, scritta da Eduardo De Filippo, al Teatro “Re Nasone” di San Sebastiano al Vesuvio dove si svolgono le loro rappresentazioni.

Nel 2017 sarà la volta dello spettacolo inedito “I.N.P.S- Inganni Napoletani Per Sopravvivere”. I lavori, patrocinati dal Comune di San Sebastiano al Vesuvio, riscuotono un successo inaspettato e l’associazione riesce a mostrare le sue effettive capacità nei diversi campi della recitazione, della regia e della scenografia, acquistando visibilità e notorietà ed attirando diversi sponsor.

Senza ombra di dubbio, lo spettacolo “Filumena Marturano” portato in scena nel dicembre 2019 è stato un punto di arrivo – le ulteriori date aggiunte alle cinque già previste, per far fronte alle richieste del pubblico, sono la dimostrazione di un nutrito interesse e di una crescente affezione nei confronti di questo gruppo e dei loro lavori. La compagnia è cosciente che, d’ora in avanti, dovrà dare sempre di più per far ridere, piangere e sognare e speriamo che la loro stella guida della passione per il mondo del cinema e del teatro brilli forte e che non si spenga mai.

Intanto il loro short movie “Le Forme di Emilia” – che tratta della pressione sociale subita dalle donne non conformi ai canoni estetici attuali e causa di disturbi alimentari – è stato selezionato per gareggiare nel Film Festival “The Lift-Off Sessions”nel Regno Unito.