Non chiamateli jeans

Il jeans è super indossato sia dagli uomini che dalle donne ed è possibile trovarlo in molteplici varianti.

Nessuno dovrebbe mai dimenticare i nomi di Levi Strauss e Jacob David per quello che hanno fatto nella nostra vita inventando i jeans. 

I jeans sono il capo di abbigliamento che ha caratterizzato un intero secolo, e forse caratterizzerà anche il prossimo millennio. Tutto è nato da… una tuta da lavoro!

Nel XVI secolo, si diffonde in Europa la moda di indossare per il lavoro una tela molto resistente, che avevano ideato e sperimentato per primi i marinai della Repubblica di Genova. 

Dalla parola “Genova” (in inglese Genoa, pronunciato “ginoa”, al plurale “ginoas”) deriva il nome jeans che oggi tutti conosciamo. Dunque è dall’Italia che arriva il pantalone più famoso del mondo, eppure rimane confinato al settore lavorativo e operaio per quasi quattro secoli.

Le origini del blue jeans come capo di abbigliamento alla moda, si deve a Levi Strauss, che nel 1853 fonda la società Levi Strauss & Co. Ma ben presto, l’ideatore si accorge che i materiali sono poco resistenti e inizia ad utilizzare il denim. Ma visto che alcune parti del jeans, come ad esempio le tasche, erano soggetti ad usura, il sarto Jacob Davis lo aiuta a rinforzare i jeans, permettendo l’inserimento dei rivetti in rame: il costo viene sostenuto dallo stesso Levi Strauss, visto che Davis non possedeva la somma di denaro sufficiente a brevettarlo.

Questi nuovi modelli, più resistenti vengono utilizzati dagli operai, dai minatori e dai famosi cowboys. Ma se inizialmente il jeans è utilizzato dai lavoratori più umili, ben presto con l’aggiunta della seconda tasca posteriore e la zip al posto dei bottoni, il jeans diviene un capo alla moda, non solo per uomo ma anche per donna, tanto da apparire nel 1937 sulle pagine di Vogue.

Un capo che però resta di colore blu, come il colore della tela originaria, fino agli anni Settanta quando cominciano a essere personalizzati e variegati anche nel colore. I jeans diventano così icona delle rivolte sessantottine e del movimento hippie, con i mitici jeans a zampa d’elefante, per poi essere utilizzati anche dalle star come capo di lusso.

Non chiamateli jeans, quei pantaloni sono molto di più.

Serena Palmese
Copertina Hockerty