Se esiste un “tuttofare” nel mondo della letteratura per l’infanzia quello è sicuramente Bruno Munari!
Designer, teorico dell’arte e della comunicazione visiva, Munari ha dedicato tutta la sua vita e opera al libro come oggetto fisico, grafico, ludico e percettivo rivoluzionando l’educazione allo sguardo e dimostrando che la forma del libro comunica con i lettori bambini anche molto piccoli.
Ma se c’è una cosa che affascina di Munari è la dedizione come forma di sperimentazione costante.
L’artista fin dagli anni trenta lavora con diverse possibilità di linguaggio che vedono nel libro uno di quei lego da smontare e rimontare, magari anche al contrario e con un pezzo mancante.
Si è interrogato incessantemente sui modi della sua percezione creando negli anni cinquanta, e durante tutto l’arco della sua vita, libri illeggibili, reinventando e riscoprendo il concetto di libro.
Il suo linguaggio è sempre chiaro, elegante e divertente tanto da arrivare fin da subito a stimolare la curiosità dei piccoli. E a tal proposito dice:
«Si può comunicare visivamente e tattilmente, solo con i mezzi editoriali di produzione di un libro? Ovvero: il libro come oggetto, indipendentemente dalle parole stampate, può comunicare qualcosa? E che cosa?
Normalmente i libri vengono fatti con pochi tipi di carte e rilegati in due o tre modi diversi. La carta è usata come supporto del testo e delle illustrazioni e non come “comunicante” qualcosa. Se si vuole sperimentare le possibilità di comunicazione visiva dei materiali con i quali è fatto un libro, allora dovremmo provare con tutti i tipi di carte, tutti i tipi di formati; con rilegature diverse, fustellature, sequenze di forme (di fogli), con carte di materie diverse, coi loro colori naturali e le loro texture (…)» .
I primi libri illeggibili sono esposti per la prima volta a Milano nel 1950, nella Libreria Salto. È proprio qui che l’artista gioca sui formati e sui colori alternando pagine con tagli orizzontali, verticali, obliqui e composizioni di pagine bianche, nere o di altri colori che sovrapponendosi creano altre forme, altri effetti, rompendo la monotonia delle pagine tutte uguali.
I libri illeggibili sono libri senza testo e senza immagini in grado di sovvertire la logica e semplificare un concetto; nonostante la cripticità si avvicinano e parlano, rendendosi – ironicamente, è chiaro! – leggibili.
Accettare il vuoto per riempire: solo così è possibile leggerli.
Da queste sperimentazioni sono nati i Prelibri che rappresentano una sorta di “grado zero” del libro, in formato quadrato 10 x 10 cm, adatti a mani di bambini di tre anni, di materiali e colori diversi come carta lucida, cartone cuoio, panno-spugna, legno; tutto pensato per proporre diverse esperienze, narrative, percettive e tattili.
Tutti i Prelibri portano la parola “LIBRO” in copertina, arredati di bottoni, fettucce, fustelle, tagli e rilegature differenti e invitano all’esplorazione e alla memorizzazione di un’esperienza ludica.
Perché creare una relazione tra bambini così piccoli, pre-lettori, e pre-libri? Perché «i libri aiutano a vivere meglio» afferma Munari, «e dovremmo farlo capire a chi ha deciso di non interessarsi mai più a questi oggetti solo perché, a scuola, sono stati costretti a leggerne di noiosi e difficili. Questi piccoli aggeggi dovrebbero dare l’impressione di avere delle sorprese all’interno, perché la cultura è fatta di sorprese, cioè di quello che prima non si sapeva, e bisogna essere pronti a riceverle e non rifiutarle per paura che crolli il castello che ci siamo costruiti».
Il nostro maestro fu, oltre che artista geniale, direttore editoriale della collana di albi illustrati Tantibambini nata nel 1972 per Einaudi e andata avanti per sei anni.
La cosa strana, ma sorprendente perché innovativa e simpatica, erano le presentazioni delle quarte di copertina che la collana proponeva, una specie di divertente dichiarazione poetica editoriale più che una classica presentazione. Per esempio:
Storie semplici ma complicate che, pur essendo senza streghe e senza fate, piacerebbero a un calcolatore elettronico per le loro possibilità combinatorie. Il principe è uscito dal castello: è andato a comperarsi un litro di latte.
Quando mai un principe va a fare la spesa? Neanche per sogno!
Gli albi di Tantibambini fanno il solletico a quei bambini ribelli e impertinenti che non scoprono il mondo con l’aiuto della magia ma facendo esperienza della realtà, che è uno degli ingredienti fondamentali nei libri per bambini.
Ma nonostante la scia innovativa di proposte, questa collana chiuse i battenti nel 1987, probabilmente per un costo di copertina troppo basso che non garantiva guadagni certi ai librai o perché la rete delle cartolibrerie all’epoca era estranea alla produzione einaudiana. Qualcuno addirittura pensa sia stato proprio il corpo del libro, di cui Munari era ideatore e teorico, a tradire il progetto, perché secondo alcuni un libro senza costa è un libro invisibile.
Serena Palmese
Foto di copertina da artribune.com