Non solo eroi: le storie di violenza della mitologia greca

I miti sono conosciuti anche per i suoi eroi, guerrieri forti e audaci, pronti a salvare una città da un mostro pestifero. Come con Teseo e l’uccisione del Minotauro o di Crono che ha salvato il mondo da un tiranno. Ma i personaggi epici non possono definirsi come la reincarnazione di virtù e valori. Anzi, si sono ricoperti di terribili misfatti. Ripercorriamo dunque alcune storie della mitologia greca intrise di violenza.

1. Zeus uccide la sua nutrice

Rea partorisce in segreto suo figlio Zeus per proteggerlo dalla malvagità del padre. Il neonato viene affidato alla cura dei sacerdoti, in una grotta del monte Ida. Lì si trova anche una capra di nome Amaltea, che cresce Zeus come un figlio, allattandolo e riscaldandolo durante i rigidi inverni. In questo modo Zeus diventa forte e muscoloso. Tuttavia come ricompensa, prima di partire per ritornare nella sua patria, la uccide per farsi un giubbotto di pelliccia. Si tratta del il 1° caso di un figlio che si scaglia contro la madre, anche se adottiva.

Mitologia e violenza in scultura.
Bernini, Capra Amaltea. (Foto dal web).
Mitologia greca e violenza in scultura.
Bernini: Capra Amaltea. (Foto dal web).
2. Eracle uccide tutta la sua famiglia

Prima di partire alla volta delle 12 fatiche, Eracle era sposato con Megara ad aveva tre o più figli, secondo le varie fonti. Durante un normale banchetto stermina tutta la sua famiglia, insieme ai figli di Ificle, (fratello gemello di Eracle). Per espiare questo orrendo delitto dovrà compiere le famose fatiche, imposte dal cugino Euristeo. Inizia in questo modo un viaggio purgatoriale, tra belve da sconfiggere, orrori e fetori disgustosi.

3. La cecità di Tiresia

Sull’enciclopedia Treccani, Tiresia viene presentato come “un indovino tebano, [appartenete] alla stirpe degli Sparti, i figli della terra che avrebbero fondato Tebe”. I suoi prodigi sono al centro di molti miti greci: Tiresia è in grado di vedere il futuro, ma è una visione solo onirica, poiché quella fisica gli è negata. Della sua cecità esistono due versioni, una più infelice dell’altra.

Mitologia greca e violenza riportata a teatro.
La conversazione su Tiresia, spettacolo di Andrea Camilleri. (Foto dal web).

Nella prima, Tiresia si dedica ad una battuta di caccia presso una sorgente, in cui vi è immersa anche la dea Atena. Colta in fragrante, senza veli e coperture, si adira con l’uomo, rendendolo cieco. Nell’altra rielaborazione, Tiresia è coinvolto da Zeus in una discussione che intratteneva con la moglie Era. Ma il suo parere non piace alla donna, che si vendica allo stesso modo di Atena.

4. La ninfa Eco non ha più voce per farsi sentire

Un’altra storia coinvolge le liti di Era e Zeus. Il marito è noto per i suoi continui inganni e tradimenti. In particolare, per non farsi scoprire, incarica la ninfa Eco di intrattenere la moglie con i suoi discorsi. Non le risulta difficile loquace com’era. Ma infine Era svela l’inganno, scoprendo ogni cosa. Tuttavia, invece di scagliarsi contro l’adultero, Era condanna per sempre la povera donna. Da quel momento in poi, Eco non ha più l’abilità della parola e può ripetere solo quanto dicono gli altri, ovunque e per sempre. Per questo motivo decise di nascondersi e di vivere in luoghi solitari.

Mitologia greca e violenza inscenata nell’arte.
La ninfa Eco e Narciso. (Foto dal web).
5. La vendetta di Zeus

Dopo l’ennesimo scherzo di Prometeo, Zeus decide di controbattere, ma in modo spietato. Infatti, Prometeo viene incatenato ad una rupe sperduta, dove ogni giorno un’aquila plana su di lui, divorandogli il fegato. Ma a fine giornata le sue ferite si rimarginano e l’indomani la storia si ripete, ancora più dolorosa.

6. Aracne trasformata in ragno

In una città dell’Asia viveva una fanciulla dalle umili origini, nota per la sua maestria nel ricamo. Un giorno decide di sfidare la dea Atena, che sconfitta non regge l’umiliazione. Dunque, la dea distrugge la tela di Aracne e trasforma la donna in un ragno, infliggendo la pena anche ai suoi discendenti. Ironia della sorte vuole che Aracne abbia rappresentato nella tela tutti gli atti orrendi di Zeus, compiuti contro le donne. Possiamo considerarlo come un primo tentativo di denuncia?

7. Uomo gufo

In quest’ultima storia ci troviamo nell’aldilà ed il protagonista è il suo giardiniere Ascalafo. Durante una controversia tra Persefone, Ade e Demetra, viene punito da quest’ultima per aver detto semplicemente la verità e aver perseguito i suoi compiti da perfetto portiere. Aveva rivelato una triste realtà, che in ogni caso non poteva essere negata. Per questo motivo viene mutato in gufo, definito da Demetra come “un volatile maledetto, annunciatore di disgrazie”. [Sarcuno Fabiana, Mitica Grecia] 

E tu quale storia preferisci?