baby and mom during a coronavirus pandemic

La fine del 2020. Il temuto Natale fatto di sacrificio e separazioni

Arriva, al termine di uno dei più difficili anni del nostro paese, la tanto attesa festività al termine dell’Avvento. Sarà all’insegna di divieti, decreti e lontananza.

Questo 2020 è stato un anno da dimenticare per tutti noi, per tutto il mondo, era Gennaio quando apprendevamo  dalla tv ciò che stava accadendo in Cina. Immagini che ci sembravano lontane e surreali, che mai avremmo pensato di vivere anche noi. Ciò che inizialmente non aveva un nome è stato poi identificato in un virus invisibile dal nome COVID19.

Molte le notizie divulgate, contrastanti fra  loro, esperti luminari nella scienza medica, si confrontavano in diverse emittenti televisive, diffondendo  notizie veritiere e non, creando confusione e panico nelle persone più deboli. Consapevoli o non consapevoli abbiamo assistito a tante morti, ad un’emergenza sanitaria che non riusciva a reggere i tanti ricoveri in terapia intensiva. Le immagini di Bergamo, cortei di carri funebri, di sepolture senza un ultimo saluto, di cimiteri pieni che non potevano più accogliere salme, hanno distrutto tutti noi e rimarranno per sempre nei nostri cuori. Quest’odissea è iniziata con l’ingresso del 2020 e purtroppo si protrae ancora , la chiusura di quest’anno non avverrà con i soliti festeggiamenti, non c’è nulla da festeggiare, quasi in tutte le famiglie ci sarà un posto vuoto per sempre. I nonni non potranno abbracciare i propri nipoti e figli, anche per chi vive sotto lo stesso tetto non ci saranno abbracci, le famiglie resteranno divise e non ci saranno più le famose tavolate e tombolate. È tutto molto triste ma la cosa importate e che questo visus abbia fine, con la diligenza e l’impegno di tutti noi nel rispettare le regole e con l’ingresso del vaccino.

Oltre ai morti l’altro danno considerevole è l’economia, attività che sono rimaste chiuse per troppo tempo, provocando la chiusura per alcune di esse. Camminando per le strade della città, non si respira l’aria natalizia, i negozi che pian piano riaprono e che per ora  sono ancora vuoti, perché le persone sono, giustamente, intimorite dal virus e limitano le uscite ,oltre a non avere i  soldi necessari per l’acquisto dei regali.

Per risollevare l’economia il Governo ha introdotto un bonus per incentivare l’acquisto nei negozi fisici restituendo ai cittadini il 10% su ogni acquisto, ciò servirà a combattere l’evasione fiscale. Prima il Natale veniva vissuto, per i fedeli partecipando alle celebrazioni nelle basiliche della città e per settimane i mercati erano stracolmi di gente che giorno per giorno acquistava prodotti alimentari per l’accingersi delle festività. Oggi tutto questo non è possibile, perché rappresenta assembramento = aumento di contagi = situazione di non ritorno.

Questa situazione di emergenza, incide psicologicamente su tutti, allontanandoci dalla vita sociale a cui eravamo abituati. Ci rende individui fragili e disorientati.

Ciò avviene anche per i più piccini, costretti a stare a casa e a giocare da soli, per i più grandicelli a partecipare a video lezioni caotiche ed estenuanti, aiutati spesso nei compiti dai genitori che trovano molta difficoltà,  lavorando anche loro in smart-working.

Il covid-19 ha trasformato questo Natale 2020, in tutto il mondo e ha cambiato le nostre abitudini riducendo la nostra vita in una sopravvivenza. Quanti di noi vorrebbero riabbracciare i propri cari, quanti di noi abbiamo bisogno di un abbraccio, quanti anziani soli, RSA dove è vietato l’ingresso ai parenti,  ragazzi speciali (autistici….) che andrebbero seguiti, ai quali è necessario il contatto umano e di genitori sfiniti che andrebbero supportati, ma soprattutto un abbraccio grande va in questi giorni a tutte le persone ricoverate negli ospedali che lottano per la vita. Natale 2020 anno di riflessione per tutti noi, lontani dal consumismo e con tanta speranza nel cuore.