Cinema

old movie projector (immagine dal web)

Le Donne e il cinema: i 4 film che vi confermeranno la marcia in più femminile.

Dalla casalinga perfetta alla moglie infedele, dall’amabile principessa alla bad girl più spietata: come è cambiata l’immagine delle donne nel cinema

Ripercorriamo attraverso quattro straordinari film le storie di donne incredibili

Donne che recitano, donne che dirigono e donne che producono, insomma le donne nel cinema ci sono e lavorano anche bene. Lo dice anche il New York Times che ha pubblicato un paio di articoli sull’evoluzione al “femminile” nel cinema americano degli ultimi tempi, evidenziando come i film che hanno come protagonista una donna spesso vendano anche di più.

Solo per citare alcuni titoli troviamo Hunger Games, Maleficent e Frozen, film che hanno incassato somme come quattro miliardi di dollari, e che, non a caso, si rivolgono soprattutto ad un pubblico di giovani donne.

Ma le donne hanno sempre lavorato nel cinema? di cosa stiamo parlando? magari vi starete facendo queste domande.

La questione infatti è un’altra e riguarda la percezione che si dà e di conseguenza si ha della figura femminile nel cinema. Prendete per esempio i ruoli da interpretare, in passato erano pressoché scontati e si alternavano tra la femme fatale, fisico mozzafiato, bellezza seducente e cuore di ghiaccio, o la dispotica bigotta la tipica moglie acida tutta casa e chiesa, o la ragazzina pronta a piangere per la sua prima delusione d’amore.

Qualcosa poi è cambiato (menomale aggiungerei!) forse le donne hanno cominciato a farli, a scriverli e a dirigerli i film e non solo a interpretarli? No, non solo per questo, probabilmente a fare la differenza in questo cinema femminile è la femminilità stessa che si spoglia dello stereotipo sessista e si veste di quella sensibilità potente e intelligente che spesso gli uomini scambiano per “fragilità”.

Ma basta parlare di cinema e iniziamo a parlare di film! In particolar modo di cinque film, a parer mio tutti bellissimi, e che trattano, ognuno a modo suo, una femminilità dalle mille sfaccettature talvolta dolce e affabile altre volte dura e testarda, ma sempre vera.

Locandina film Erin Brockovich (mymovies.it)

Si comincia con Erin Brockovich-Forte come la verità, film del 2000 diretto da S. Soderbergh e interpretato da Julia Robert, Albert Finney e Aaron Eckhart. Candidato a quattro premi Oscar questo film tratta di due argomenti ben distinti che camminano su due binari diversi ma che a un certo punto si incrociano. Erin è una giovane donna con tre bimbi piccoli, che cresce da sola, è senza un lavoro e cerca di sbarcare il lunario come può. Intanto a Hinkley, in California, la gente muore a causa dell’acqua inquinata dalla Pacific Gas and Electric Company. La determinazione e la voglia di emergere della bella Erin le permetteranno di fare giustizia e vincere una causa da milioni di dollari restituendo a tante persone la speranza per un futuro migliore.

MillionDollarBaby
Locandina film Million Dollar Baby (mymovies.it)

Proseguiamo con Million Dollar Baby del 2004 probabilmente uno dei film più amati del grande Clint Eastwood con protagonisti Hilary Swank e lo stesso Eastwood. Lui è Frank un vecchio allenatore di box ruvido e scorbutico, lei è Maggie una non più giovane aspirante wrestler che, non sa accettare un no come risposta, e convince Frank ad allenarla e a farla entrare nel circuito degli incontri per il titolo mondiale. Maggie è brava e determinata e arriva al match che le cambierà la vita, sì ma con il peggiore epilogo possibile: la wrestler finisce paralizzata in un letto d’ospedale. Vedendosi negata ogni possibilità di guarigione è decisa a mettere fine a tutte quelle sofferenze e chiede aiuto al suo amico Frank. Quello che resta di questo film è, oltre al sentimento di rivalsa di una donna forte dentro e fuori, ciò che nasce e cresce tra i due protagonisti, un’amicizia pura e indissolubile.

Locandina film Il Diritto di Contare (mymovies.it)

Ne Il diritto di contare, film del 2016 diretto da Theodore Melfi, le protagoniste femminili si trovano a fare i “conti”, si letteralmente. Immaginate di avere una mente geniale capace di fare complicatissimi calcoli matematici e lavorare per la Nasa. Alla grande penserete voi, mica tanto perché siete donne, siete di colore e vivete negli anni 60 e ciò significa, tanto per dirne una, che per andare in bagno dovete uscire dall’edificio del vostro ufficio e percorrere un chilometro per arrivare ai bagni dedicati al personale di colore. Questo è solo uno dei tanti soprusi psicologici che Katherine, Mary e Dorothy hanno subito sulla loro pelle per permettere al sogno americano, volare nello spazio, di avverarsi. E alla fine ci riescono queste tre donne a prendersi il loro posto d’onore in quella folle corsa America contro Russia che mise il mondo intero davanti alla tv a contare 3..2..1..0.

Locandina film 7 Minuti (mymovies.it)

Dello stesso anno è il film italiano 7 Minuti di Michele Placido con un cast davvero eccezionale tutto al femminile. Sono ben undici, infatti, le protagoniste di questo film che tratta il tema del lavoro e per il quale ha ricevuto un Nastro d’Argento per l’impegno civile. I fatti da cui prende spunto il film sono realmente accaduti e riguardano undici operaie di una fabbrica francese sull’orlo del fallimento. Le operaie di 7 minuti hanno undici vite diverse e undici punti di vista diversi sul lavoro ma una cosa è uguale per tutte ci tengono al loro posto! Il film mostra un momento cruciale della lotta operaia, il consiglio di fabbrica dove sta per essere messa ai voti una delle nuove clausole del contratto di lavoro: togliere 7 minuti dalla pausa pranzo fatta già di soli 15 minuti. Il film di Placido non è un film di manifestazioni politiche, di molotov lanciate in piazza o di striscioni sventolanti, ma è un film sì dedicato al lavoro ma dal punto di vista della donna, dalla più esperta che di consigli di fabbrica ne ha visti tanti a quella incinta che sarebbe disposta a dire di si a tutto pur di non perdere il posto. Passando per la più giovane che probabilmente non si rende nemmeno conto di quanto siano importanti quei sette minuti arrivando a quella su una sedia a rotelle additata da tutti come “privilegiata”. Una decisione che potrebbe apparire semplice si trasforma in un dibattito lungo e stancante dal quale emergeranno pregiudizi malcelati e pugnalate alle spalle figlie della paura.