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Trattenere le proprie emozioni: così danneggiamo il corpo e la mente.

Ognuno di noi ha le proprie emozioni che non riesce ad esprimere per paura di sbagliare, ma ci sono modi per rimediare?

Reprimere i propri sentimenti, che siano di gioia o dolore non, non è mai la soluzione adatta, infatti, chi non è in grado esprimerli non è in grado di vivere le gioie della vita, le soddisfazioni, ma anche gli insuccessi. Comprimerle, queste emozioni, significa accusare malessere come ansia e depressione.

Buttare le proprie emozioni fuori, invece, ci alleggerisce da un peso che magari si ha da tempo nell’anima e ci fa stare meglio,a una condizione però: che siano condivise con qualcuno che ci vuole bene e ci  capisce, per non lacerarsi nel dolore da soli. Gli esperti ci consigliano che, quando si prova rabbia nei confronti di una persona, bisogna cacciarla fuori perché anche se l’interlocutore non comprenderà  il nostro nervosismo, in quel momento stiamo curando noi stessi.

D’altronde, sarà capitato a tutti che dopo aver fatto una bella sfuriata con la propria moglie, il proprio amico o genitore, ci si sia sentiti meglio, no?

M. V. è un ragazzo diversamente abile dalla nascita che lo costringe su una sedia a rotelle. Lo spunto per scrivere questo articolo viene proprio dalla sua storia. M. ci racconta della sua relazione con una sua coetanea, della quale si era innamorato. La ragazza aveva la sua stessa patologia, anche se un po’, rispetto a lui, riusciva a stare in piedi e camminare. Proprio per tal motivo, F. si sentiva superiore a lui e quando parlavano al telefono, lo demoralizzava psicologicamente.

Tutto questo e l’incapacità di gestire le sue emozioni ha contribuito allo stato depressivo di M. La rabbia che provava nei suoi confronti era tanta, un sentimento che non riusciva ad esternare anche per paura di poterla perdere.

Oggi  Marco, grazie ad una psicoterapeuta e a delle persone speciali che gli sono state vicino, è riuscito a superare questa paura, a sconfiggere la rabbia che covava dentro e che lo stava dilaniando.

Oggi è un uomo diverso, più forte. Racconta la sua storia con un misto di orgoglio e commozione e sottolinea un’ovvietà, che però è sempre bene chiarire: quando l’incapacità di gestire le nostre emozioni raggiunge livelli esorbitanti, è giunta l’ora di farci aiutare da un professionista serio e qualificato.

Infine si congeda dicendoci “se volete sentivi meglio con voi stessi, cercate di condividere le vostre emozioni – sia belle che brutte – con le persone che vi fanno stare bene, per far sì che vengano  alleggerite.”

Concludiamo portandovi uno dei più famosi epiloghi che circolano su rete: “Vi è una tremenda felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione. Un dolore condiviso si dimezza, ma la felicità condivisa si raddoppia. Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare. L’oggi è un dono, è per questo motivo che si chiama presente.”
(L’origine di questa storia è sconosciuta).