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Stop alla vendita di prodotti con pelliccia (foto dal web)

Alta Moda: quando dire no alla pelliccia è di tendenza!

Rivoluzione nell’alta moda, la California approva la legge che vieta i prodotti in pelliccia

Entrerà in vigore dal 2023 la prima legge che vieta in modo assoluto la produzione, l’acquisto e la vendita di capi di abbigliamento e accessori in pelliccia. “Una delle leggi più stringenti”, afferma il governatore della California Gavin Newson, ma anche tra le più urgenti fatte sul tema della tutela animale, e che non riguarderà solo i divieti nella moda: “ho anche firmato un pacchetto di norme importanti per mettere fine al crudele destino di molti animali”, continua il governatore.  Nella #ab44 annunciate infatti anche restrizioni nell’utilizzo degli animali al circo. Previste anche considerevoli sanzioni per i trasgressori, a partire da 500 dollari per ogni prodotto considerato illegale, salendo a 750 dollari se si ripete il reato nello stesso anno, fino ad arrivare a 1000 dollari in caso di recidiva.

Un sospiro di sollievo per gli animalisti californiani, che vedono il sogno del Fur products: prohibition (prodotti in pelliccia: divieto), finalmente avverarsi, e per gli ambientalisti, contenti che anche la California si aggiunga alla, ancora scarna, lista di paesi che non alimenteranno più la richiesta di pelliccia nel mondo. “Una decisione che rientra in un’agenda vegana radicale che introduce il divieto di pelliccia come primo passo verso altri divieti su quello che indossiamo e mangiamo” dichiara Keith Kaplan, portavoce del Fur Information Council.

La battaglia prima della vittoria

Ogni obiettivo alla partenza sembra irraggiungibile, anche Ercole dovette faticare dodici volte prima di concludere la sua impresa, così anche per questa legge il percorso verso l’approvazione è stato pieno di fatiche, ben undici. L’iter legislativo ha inizio con il decreto di restrizione sull’uso della pelliccia approvato a West Hollywood, Berkeley e San Francisco, che ha fatto da apri pista a quello del City Council di Los Angeles che decretava il divieto dell’utilizzo di pelliccia, arrivando alla fine alla #AB44 della California. Tra i rimpalli in Assemblea e i dibattiti al Senato ci sono volute undici votazioni prima della firma.

Produrre e vestire “etico”

Cosa significa per noi consumatori e cosa comporta per gli imprenditori della moda la produzione fur free?

Si definisce etico il prodotto derivante da una produzione che, in tutte le sue fasi, non utilizza materiali di origine animale. Nel caso dell’industria tessile si trovano in commercio capi o accessori con inserti in pelliccia, quelli contrassegnati dal marchio “vera pelle”, quelli in pregiatissima lana – la quale inevitabilmente proviene dal manto di una pecora – quelli con la piuma e quelli con la seta.

La storia dall’età primitiva la conosciamo tutti, abbiamo letto da qualche parte che l’uomo delle caverne uccideva un animale per mangiare la sua carne e vestire la sua pelliccia, ma ormai questa lezioncina non regge più. La produzione di massa ha rivoluzionato il modo di fare e di acquistare il prodotto finale, e non possiamo più fare finta che i metodi di produzione intensivi non stiano recando danno al pianeta e agli animali che lo vivono.

E la dura battaglia portata avanti per l’abolizione dei prodotti in pelliccia, testimonia la necessità e la volontà di tante persone che si rifiutano di partecipare allo sfruttamento di animali indifesi, per soddisfare il mercato della moda.

In Italia cosa si fa a riguardo?

Anche in Italia la questione animale è un argomento molto discusso. Da tempo la politica è impegnata in campagne per la sensibilizzazione al tema dello sfruttamento animale, dal settore tessile all’industria alimentare, dai casi di abbandono a quelli di maltrattamento. In occasione della settimana della moda l’Onorevole M. Brambilla registrò un video/appello accompagnata da dei piccoli cincillà, animali simbolo della pelliccia di lusso, con un messaggio ben preciso: “C’è un solo modo per avere addosso la soffice pelliccia dei cincillà: riempirli di coccole. Signore, non vestitevi di cadaveri!

“La sofferenza non va di moda” video con Michela Brambilla

L’Onorevole è attualmente Presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente e ha portato in Parlamento la sua proposta di legge: “Divieto di allevamento, cattura e uccisione di animali per la produzione di pellicce”, già presentata ma rigettata più volte, o insabbiata come denuncia lei.

“Sono ormai molti e di assoluto prestigio, i marchi e le case di moda che hanno detto no alle pellicce e ben 18 le regioni o i paesi europei che hanno deciso di bandire, del tutto o parzialmente, o di eliminare gradualmente l’allevamento di animali da pelliccia. Hanno cioè avuto il coraggio di mettere da parte interessi economici anche rilevanti e di optare per una “moda etica”. Esattamente ciò che chiede la stragrande maggioranza degli italiani”

La moda italiana fa squadra

Anche se una legge che ne vieta in modo assoluto la produzione e il commercio non esiste ancora, la moda senza pelliccia sta diventando un trend sempre più diffuso tra i marchi di moda italiani. A far notizia ultimamente l’annuncio della maison Prada di voler cessare definitivamente l’utilizzo di pellicce nelle sue collezioni a partire dal 2020. Una decisione arrivata dopo una lunga trattativa con le associazioni che compongono la Fur Free Alliance, la LAV e la The Humane Society of USA.

La scelta di Miuccia Prada, che spiega: “La ricerca e lo sviluppo di materiali alternativi consentirà all’azienda di esplorare nuove frontiere della creatività e di rispondere, allo stesso tempo, alla domanda di prodotti più responsabili”, si unisce a quella degli oltre cinquanta marchi italiani che avevano già adottato questa restrizione nella loro linea di moda.

Vediamone alcuni:

Elisabetta Franchi, da sempre contro l’uso delle pellicce, preferisce tessuti innovativi e sostenibili. Ha anche abolito la lana d’angora e la piuma d’oca.

Giorgio Armani, leader mondiale nella moda, appoggia la causa animalista eliminando gli inserti in pelliccia e utilizzando soluzione all’avanguardia ed etiche.

Geox, marchio famoso per le scarpe e l’abbigliamento sportivo adotta una filosofia completamente fur-free dal 2014.

Napapijiri, ha iniziato con borse e zaini per poi passare all’abbigliamento. Nel 2012 sostituisce la pelliccia animale con quella sintetica alla linea bambini. Dal 2015 abbandona definitivamente l’uso di pelliccia animale, si avvale della tecnologia Eco-fur che grazie ad una fibra specifica crea un pelo sintetico, e con la Thermo-fur ricrea la morbidezza e la qualità traspirante della piuma.

Save the duck, è sinonimo di piumino ma rigorosamente sintetica! Il marchio ha sposato appieno la filosofia animalista e si fa portavoce: “Il piumino amico delle papere che utilizza la piuma sintetica!”

Per saperne di più : Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente Acquisto etico